“Psicologia del benessere”. Perché è così difficile perdonare chi ci ha ferito ma a cui siamo legati?
La maggior parte di noi si è trovato, almeno una volta nella vita, ad affrontare quella difficile, fastidiosa e dubbiosa situazione di capire se e quando perdonare qualcuno o a volte anche sé stessi. È quasi normale che in una qualsiasi forma di relazione (familiare, amorosa, amicale, lavorativa, sociale) sorgano problemi e incomprensioni, pertanto, per evitare di vivere in isolamento o essere costretti a camminare a testa bassa per non incontrare “il nemico”, è importante che ognuno individui le strategie, le modalità, i comportamenti più adeguati per affrontare i litigi e proteggere quel rapporto a cui emotivamente e/o socialmente si è legati.
Se la religione incita al perdono per motivi morali e spirituali, la psicologia ne parla per il benessere psico-fisico dell’individuo. La ricerca psicologica ha infatti dimostrato che perdonare ci permette di mantenere relazioni sociali e importanti, ma soprattutto è un toccasana per la nostra salute fisica e mentale: favorisce la diminuzione o scomparsa di emozioni negative come rabbia, ira, rancore, strettamente legati alla comparsa di sintomi depressivi e ansiosi, di rapidi cambiamenti dell’umore, di disturbi del sonno, di alti livelli di stress, nonché di aumento della frequenza cardiaca e della respirazione che si verifica in particolare quando pensiamo alla persona verso cui proviamo rabbia ma anche un forte legame.
Quindi, secondo le dimostrazioni scientifiche e le teorie psicologiche basterebbe ridurre le emozioni negative di rabbia e rancore per essere in benessere psico-fisico.
Facile no?
Purtroppo sapere che il perdono è un bene per la nostra salute fisica e psicologica, non lo rende così facile da mettere in pratica (pensiamo ad un bambino a cui non piacciono le verdure e la mamma insiste affinché le mangia perché fanno bene. Il bambino non mangerà mai quelle verdure finché non trova nuove strategie per mangiarle senza sentire quel sapore sgradevole immaginario).
Alcuni pensieri/principi che possono facilitarci nell’azione del perdono sono:
- Perdonare non significa dimenticare ma vuol dire aver realizzato l’evento negativo ed eliminato la rabbia
- Perdonare non significa minimizzare l’esperienza vissuta.
- Il perdono non è un segno di debolezza, ingenuità o stupidità.
- Perdonare non dipende dal fatto che l’altro sia consapevole del suo errore e abbia chiesto scusa, ma perdoniamo per il nostro beneficio, indipendentemente da quello che riceviamo
- Perdonare non è un’azione che c’è o non c’è, ma avviene dopo un graduale lavoro con sé stesso che parte da 0 e può arrivare a 10
- Importante è eliminare la rabbia.
Dott.ssa Ivana Ciavarella – Psicologa
Rubrica “Psicologia del Benessere” del giornale “La Voce del Paese” (Noicattaro – Bari)
www.educazionegiovani.altervista.org
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