Cyber-odio, la persecuzione tramite i social

by Masciulli Andrea

Quando si parla di nuove tecnologie c’è un tema che non può essere ignorato, quello relativo al cyber odio che si declina in varie forme:

  • Cyber sessismo
  • Cyber bullismo
  • Cyber stalking

tanto per citarne alcune, e che si profila su internet e in vari luoghi del web, non solo sui social quindi ma principalmente su questi ultimi.

Tempo fa negli ambienti scolastici c’era il bullismo realizzato con atti di violenza vigliacca, violenza fisica e psicologica che veniva agita per lunghi periodi nei confronti delle persone socialmente più vulnerabili, tale bullismo esiste ancora oggi ma è amplificato.

Le donne non sono più vulnerabili, vengono rese più vulnerabili, e l’odiatore attua prassi criminali che ormai sono largamente diffuse anche online.

Il bullismo essendo basato sulla violenza e quindi su un agire abietto scelto come sistema da chi perpetra tali atti, ottiene anche la complicità delle persone quando ad essere bersagliata è una donna, spesso si incolpa la vittima.

Nei Paesi europei e non solo il tema del sessismo, ovvero dell’odio verso le donne è un tema centrale, perché la formazione culturale delle persone (e quindi della società) è una formazione ed un educazione misogina ecco perché chi subisce cyber sessismo viene derisa o non creduta, e con questo non si intende giustificare chi si schiera dalla parte di chi compie vessazioni psicologiche che spesso sfociano anche in atti fisici violenti.

Cambio di scenario: maggiore espansione dell’odio

Il bullismo è odio, spesso si tende a giustificarlo, ma non si giustificano invece altri atti basati sempre sull’odio, per cui neanche il bullismo andrebbe giustificato visto che crea problemi alle persone e al Servizio Sanitario Nazionale.

Occorre pretendere che le persone anche e specialmente se vogliono essere improntate al rispetto e alla presa di coscienza e quindi alla responsabilità, non tendano a pensare che queste sono “bravate” o “scherzi” altrimenti cresceranno con l’idea che essere criminali d’odio sia opportuno e perfino giusto, e il mondo di odio ne ha già a sufficienza non occorre incentivarlo giustificando chi inizia ad esercitarlo da giovane.

Internet ha permesso a chiunque di diffondere tale intolleranza, poco sopra scrivevo che questo odio costa alle vittime che poi devono ritornare a ricostruire la fiducia in loro stesse o in loro stessi, ma costa anche al SSN, perché chi odia getta sull’altra/o questo sentimento, chi è vittima per curarsi ha diritto alla Sanità, per cui la responsabilità è tutta a carico di chi odiando crea vittime e pesa sul sistema sanitario.

Le vittime oggi vivono tutto questo in una nuova dimensione dall’inquietante capacità di essere globale e costante cancellando di fatto un diritto riconosciuto dal nostro Paese, quello all’oblio, ma non solo questo.

Questi attacchi cyber-violenti infatti, non sono la mera trasposizione di fenomeni di bullismo sul web come si potrebbe pensare.

Rappresentano la capacità di ingigantire il fatto, distruggendo totalmente le persone, andrebbero annoverate come torture psicologiche visto il loro carattere continuativo basato sul disprezzare e sminuire, per cui occorrerebbe una legge che le condanni severamente, perché la libertà di espressione non si basa sull’odio ma sull’assenza dello stesso.

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