I figli non si “perdono” per strada. Quella perdita, infatti, inizia dentro casa, con gli stessi genitori assenti, con quella madre che è sempre impegnata, con una montagna di necessità che vengono ignorate e di frustrazioni che non vengono risolte. Un adolescente si allontana dopo un’infanzia satura di distanza e di un amore che non ha mai saputo educare, orientare, aiutare.
Iniziamo chiarendo il fatto che esistono sempre delle eccezioni. Ovviamente, ci sono bambini che sono cresciuti in ambienti ricchi di armonia, ma che hanno un comportamento disadattivo oppure adolescenti responsabili che sono riusciti a mettere distanza tra loro e un parente tossico. Esistono sempre alcuni casi che sfuggono alle dinamiche classiche quando ciò che accade giorno dopo giorno in una casa segna in modo irrimediabile il comportamento generale dei bambini.
In realtà, e per quanto possa sembrare curioso, un padre o una madre non sempre riescono ad accettare del tutto questo tipo di responsabilità. Infatti, quando un bambino mostra comportamenti aggressivi a scuola, per esempio, e i professori si mettono in contatto con i suoi genitori, è comune che la famiglia dia la colpa al sistema, all’istituto scolastico stesso e alla comunità scolastica perché “non sanno educare”, perché non intuiscono le sue necessità e non usano le giuste strategie.
Anche se è vero che, per quanto riguarda l’educazione di un bambino, tutti noi siamo “agenti attivi” (scuola, mezzi di comunicazione, organismi sociali…), è la famiglia a piantare e a far crescere nel cervello del piccolo il concetto di rispetto, le radici dell’autostima o il seme dell’empatia.
“Seminate nei bambini buone idee,
perché anche se oggi non le comprendono,
un giorno si preoccuperanno di farle fiorire”
-Maria Montessori-
Fonte: https://www.lamenteemeravigliosa.it
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