OGNI DONNA E OGNI RAGAZZA HA DIRITTO ALL’ISTRUZIONE. NON IMPORTA DOVE VIVE

by EducataMente

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Confusi?

È così che appare il mondo a una persona che non sa leggere o scrivere Ora, immaginate di dover far valere i vostri diritti contro la discriminazione o di dovervi difendere in un tribunale. Il punto è che l’istruzione è un diritto umano primario, essenziale ai fini della capacità di esercitare tutti gli altri diritti.

Eppure il 17 % degli adulti in tutto il mondo non è in grado di leggere o scrivere, due terzi (493 milioni) dei quali sono donne, una proporzione che non è variata di molto nel corso degli ultimi 20 anni. Donne e ragazze che tentano di accedere all’istruzione continuano a incontrare numerosi ostacoli: dalle pressioni in ambito di matrimonio in età precoce e responsabilità domestiche, alla discriminazione sul mercato del lavoro.

Nonostante questo, vi è la certezza che l’istruzione delle donne non costituisca solo un vantaggio per queste ultime, ma anche per la società nel suo complesso. Aumentare il tasso di istruzione delle donne contribuisce a ridurre la povertà, promuovendo lo sviluppo economico e rispondendo alle sfide più pressanti al mondo, come la risoluzione dei conflitti e i problemi sanitari.

Per fortuna, alcune donne riescono comunque non solo a superare tali ostacoli, ma anche a far sentire la loro voce, per ricordarci delle ingiustizie affrontate.

Un esempio illuminante è quello di Hauwa Ibrahim, vincitrice del premio Sacharov 2005 e prima donna a diventare avvocato in Nigeria. Oggi Hauwa difende i diritti delle persone che altrimenti non avrebbero accesso alla giustizia a causa dell’analfabetismo. Molte di queste persone sono donne accusate di adulterio e condannate a morte secondo la legge Sharia.

Anche Malala Yousafzai, la vincitrice del premio Sacharov 2013, è un simbolo della lotta a favore del diritto delle ragazze all’istruzione. Malala ha sostenuto con coraggio i propri diritti scrivendo un blog anonimo e tenendo discorsi pubblici quando il regime dei talebani ha vietato il diritto all’istruzione delle ragazze nel suo paese, il Pakistan. Sopravvissuta a un attentato compiuto da uomini armati del regime talebano mentre tornava a casa da scuola nel 2012, Malala si è dimostrata più determinata che mai nella sua lotta a favore dei diritti di istruzione, libertà e autodeterminazione delle donne.

Nell’Unione europea (UE) il diritto all’istruzione è stato sancito dalla Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea, secondo la quale: «Ogni persona ha diritto all’istruzione e all’accesso alla formazione professionale e continua» (Articolo 14).

Tuttavia, questo non significa che anche l’Europa non debba affrontare problemi che riguardano la discriminazione di genere nel campo dell’istruzione. L’UE prevede un calo di 24 milioni di lavoratori entro il 2040 se il tasso di partecipazione alla forza lavoro delle donne rimarrà sul livello attuale. Anche oggi, la produttività per lavoratore potrebbe aumentare del 40 % se tutte le forme di discriminazione di genere fossero eliminate.

A questo proposito, il Parlamento europeo promuove istruzione ed empowerment delle donne su diversi livelli. Ad esempio, l’alfabetizzazione digitale attraverso l’iniziativa dell’agenda digitale europea per garantire pari opportunità di accesso per tutti i cittadini o l’alfabetizzazione in merito alla salute per favorire una migliore prevenzione. Il Parlamento europeo si sta anche adoperando affinché il diritto all’istruzione e la parità di trattamento tra donne e uomini siano tra le priorità della politica europea.

Nonostante il fermo impegno dell’UE nei confronti dell’uguaglianza per quanto riguarda le politiche in questo ambito, sussistono ancora barriere sociali sottostanti che sono alla radice della disparità di genere: ad esempio, solo poche ragazze si dedicano a studi in campo scientifico e tecnologico, che continuano a essere considerati «materie da ragazzi». Questo, a sua volta, porta a un numero inferiore di donne laureate e donne che lavorano in campi come l’ingegneria e la fisica, nonostante più della metà dei nuovi laureati nell’UE sia costituita da donne.

Per contro, le mansioni in ambito di assistenza sociale, come le professioni per l’assistenza all’infanzia e in campo infermieristico, continuano a essere ampiamente associate alla sfera femminile.

Queste barriere, che spesso impediscono a donne e uomini di scegliere alcune professioni, sono radicate in stereotipi di genere discriminatori su come dovrebbero essere le «vere» donne o i «veri» uomini. A questo proposito, tra le altre iniziative, il Parlamento europeo sta sviluppando «Una nuova strategia per la parità di genere dopo il 2015», che propone le azioni da adottare da parte della Comunità europea e di altri protagonisti principali per raggiungere la parità di genere entro il 2020. Questa iniziativa mira anche ad estendere la discussione su questo argomento oltre la Giornata internazionale della donna tramite un rapporto sull’istruzione delle ragazze nell’Unione europea, intitolato «Emancipazione delle ragazze attraverso l’istruzione nell’UE».

Le pari opportunità di accesso all’istruzione e l’uguaglianza dei diritti non sono tematiche che riguardano solo le donne o alcuni paesi specifici: interessano uomini e donne, in Europa e nel resto del mondo.

Hauwa Ibrahim, vincitrice del premio Sacharov 2005: EMANCIPAZIONE DELLE DONNE E DELLE RAGAZZE MEDIANTE L’ISTRUZIONE

Fonte: https://europa.eu

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