Nanna no problem: come educare tuo figlio al sonno. In 10 step

by EducataMente

Il decalogo della World Association of Sleep Medicine e i consigli della psicologa per riconoscere, affrontare e risolvere per sempre i disturbi del sonno. E ritrovare la pace in famiglia.

Continui risvegli, pianti, incubi, paura del buio. Il 20-25% dei bambini da zero a 3 anni, in Occidente, presenta disturbi del sonno. E la percentuale sembra addirittura in aumento, anche a causa della diffusione di giochi al pc, televisione e videogames. Eppure, nonostante la maggior parte dei disagi nel dormire si possano prevenire o curare, meno di un terzo dei genitori con figli afflitti da queste problematiche si rivolgono al medico. Ma quando è davvero il caso di chiedere aiuto? «Per disturbo nel sonno – spiega Cristiana De Ranieri, psicologia clinica dell’ospedale Bambino Gesù di Roma – si intende generalmente una difficoltà a godere di un riposo notturno sufficientemente lungo, naturalmente in relazione all’età del bambino. Questo genere di disturbi può riguardare la difficoltà ad addormentarsi, i risvegli frequenti, la faticosa ripresa del sonno. A volte, ma non sempre, possono verificarsi anche manifestazioni di disagio emotivo come pianto, agitazione, inconsolabilità».

Possono rientrare nella “normalità”, invece, qualche notte agitata nel primo anno di vita – segno di eccitazione per le conquiste della giornata – ma anche gli incubi durante il secondo anno, segnali del processo di maturazione mentale e dell’immaginazione creativa. Anche la paura del buio, che generalmente si manifesta nel terzo anno di vita, non deve destare preoccupazioni: «è una fase normale nello sviluppo infantile – chiarisce l’esperta – e può essere legata alla consapevolezza della progressiva autonomia rispetto ai genitori».

In tutte queste situazioni – che non richiedono l’intervento del medico – è comunque importante sapere come comportarsi. Ecco il decalogo della World Association of Sleep Medicine (WASM), utile per educare i più piccoli al buon sonno (ma anche i “grandi” fino ai 12 anni) e ritrovare finalmente la pace in famiglia.

1. Verificate che vostro figlio dorma un numero sufficiente di ore (compresi i “pisolini” diurni) in relazione all’età: 14-15 nel primo anno di vita; 12-14 da 1 a 3 anni; 11-13 da 3 a 5 anni; 10-11 da 6 a 12 anni; 8,5-9,5 dopo i 12 anni.

2. Stabilite due orari fissi per la nanna serale: uno per i giorni della settimana e l’altro per i fine settimana e le vacanze. Lo scarto tra i due non dovrebbe superare i 60 minuti.

3. Stabilite una routine serale breve ma rilassante: ad esempio 5 minuti di musica classica, una storia letta da mamma o papà, il bacio della buonanotte. Cercate di modificarla il meno possibile.

4. Verificate che l’ambiente in cui dorme vostro figlio sia adeguato: confortevole, silenzioso, non troppo caldo. Il letto deve avere biancheria pulita e leggera che non ostacoli i movimenti.

5. Cercate di ridurre l’esposizione alla luce negli ultimi 30 minuti prima del sonno abbassando le luci di casa; aumentate invece l’esposizione alla luce solare durante il giorno.

6. Eliminate qualsiasi apparecchiatura elettronica (televisori, computer, cellulari, ricetrasmittenti) dalla camera in cui dorme vostro figlio. Vietatene l’uso in generale a partire da 30 minuti prima del sonno.

7. Evitate di accendere luci quando vostro figlio si sveglia durante la notte.

8. Eliminate dalla sua dieta qualsiasi bevanda o dolciume contenente caffeina.

9. Impedite gli spuntini prima di dormire, o peggio quelli notturni.

10. Verificate che la dieta di vostro figlio sia sana e varia, e che svolga ogni giorno giochi o attività fisica all’aria aperta.

Silvia Nava

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