Adolescenti insicuri e con bassa autostima. Cosa possono fare i genitori per aiutarli ad essere più sicuri?

by EducataMente

L’autostima va nutrita sempre, sin dalla primissima infanzia, in modo tale che quando si arriva all’adolescenza si hanno già delle basi solide, che permettano la costruzione della propria identità e di sviluppare un senso di fiducia verso il mondo esterno e verso le proprie capacità.

Avere un buon livello di autostima riveste un’importanza centrale in adolescenza, in quanto permette al ragazzo, se pur con difficoltà, dubbi o incertezze, di affrontare le sfide della crescita, di costruirsi un’immagine positiva di sé, di relazionarsi con i coetanei, di fare delle scelte, di sperimentarsi e di muoversi nel mondo con una certa sicurezza e disinvoltura.

Infatti, i ragazzi, anche quando giocano a fare i “grandi” e si mostrano sicuri e indipendenti, in realtà hanno fortemente bisogno di essere sostenuti, soprattutto da un punto di vista emotivo, apprezzati e valorizzati dagli adulti di riferimento, insieme alla necessità di sentirsi accettati dal gruppo dei coetanei.

I genitori, devono essere consapevoli dell’importanza del loro ruolo: le loro parole e i loro comportamenti hanno un peso, condizionano profondamente il figlio, soprattutto i loro GIUDIZI. Per un figlio, sapere che un genitore  nutre e nutrirà fiducia in lui, che lo accetta e crede nelle sue potenzialità, lo aiuta ad accrescere la stima di sé e a essere più sicuro.

NON VA MAI DIMENTICATO CHE UN FIGLIO PIU’ SICURO, E’ UN FIGLIO MENO CONDIZIONABILE DAGLI ALTRI E DAL GRUPPO, CHE CERCHERA’ MENO L’OMOLOGAZIONE SOCIAL E SOCIALE E AVRA’ PIU’ AUTONOMIA.

Per tale ragione è importante imparare anche a cogliere le insicurezze di un figlio e ad incoraggiarlo, altrimenti col tempo si rischia di cucirgli addosso delle etichette con le quali si indentificherà.

  • Come riconoscere i segnali di una bassa autostima nel figlio adolescente?
  1. Assume una postura di chiusura ad esempio con le spalle ricurve, utilizza un tono di voce flebile, cammina con la testa china verso il basso e ha uno sguardo sfuggente, senza riuscire a guardare l’altro dritto negli occhi.
  2. Appare timido, insicuro oppure al contrario, è irritabile, spavaldo e aggressivo.
  3. Non prende iniziativa nelle attività o nelle relazioni con gli altri.
  4. Reagisce male alle vostre critiche o giudizi e li vive come attacco alla sua persona.
  5. Ѐ rinunciatario e passivo, teme i cambiamenti e rifugge le situazioni in cui sente di non essere all’altezza.
  6. Si chiude spesso in se stesso, si estranea e preferisce attività solitarie.
  7. Ricerca continuamente attenzioni, conferme e approvazioni.
  8. Ha difficoltà a gestire le frustrazioni e gli insuccessi, si demoralizza o ha reazioni emotive intense quando riceve delle critiche oppure quando si sente al centro dell’attenzione con gli occhi degli altri puntati addosso.
  9. Ha una cattiva opinione di se stesso, tende a sminuirsi e a sottovalutare le sue capacità e risorse.
  10. I suoi pensieri sono spesso caratterizzati da una sorta di pessimismo, come se tutte le attività che deve svolgere sono destinate ad avere esito negativo.
  11. Fa spesso i raffronti con gli altri.
  12. Ha paura di non farcela, si mette troppi problemi e si pone troppe domande. A volte può tornare e ritornare anche sulle stesse cose.

  • Come sostenere la sua autostima? Ecco 8 consigli utili

1.Osservate e ascoltate. Per entrare in connessione con vostro figlio, osservate i suoi gesti, come si muove e quello che dice, per cogliere il suo punto di vista, e soprattutto chiedetevi “In cosa non si sente abbastanza?”, “Come posso aiutarlo?”. I ragazzi, anche se tendono ad allontanarsi e ad essere più autonomi, hanno bisogno di sentire che voi ci siete sempre per loro, che li capite al volo quando c’è qualcosa che non va e che siete in grado di sostenerli.

2. Non sminuite i suoi vissuti. Dovete cercare di mettervi nei suoi panni per entrare in sintonia con lui. Se restate fermi nella posizione di adulti, rischiate di banalizzare i suoi atteggiamenti, le sue emozioni e le sue parole. Frasi come “Ma dai, che vuoi che sia!”, “Non mi sembra grave, si supera!” non spronano il figlio, piuttosto mettono un muro e non lo fanno sentire compreso: il più delle volte non sono alla ricerca di soluzioni, ma bensì di una spalla su cui potersi sfogare. Dunque, l’ascolto e la condivisione sono fondamentali, in quanto permettono a vostro figlio di sentirsi preso sul serio e di aprirsi con voi anche nei momenti di difficoltà.

3. Non fate paragoni. Ogni ragazzo è unico, nelle sue caratteristiche, nei suoi interessi e nelle sue abilità. Cercate di non crearvi aspettative irrealistiche su di lui, evitando di fare inutili pressioni. Infatti, fare confronti continui con i fratelli o con gli amici, non serve assolutamente a nulla, se non a comunicare il vostro disappunto, il fatto che non siete felici di lui e che lo vorreste diverso, alimentando i suoi vissuti di inadeguatezza e le sue fragilità interne.

4. Rinforzate i suoi punti di forza. Troppe volte, ci si concentra sugli aspetti più negativi del figlio, perdendo di vista le sue risorse e i suoi punti di forza. Quindi, evitando di attaccarlo e ferirlo con continui commenti negativi, mettete in luce le sue potenzialità, riflettete insieme a lui su quello in cui riesce, spronatelo a non restare chiuso ma a mettersi in gioco e a sperimentarsi, soprattutto nelle attività che più gli interessano e da cui trae piacere. I limiti non devono essere vissuti come un ostacolo insormontabile ma come un’opportunità e uno stimolo di crescita: bisogna mettersi in gioco e impegnarsi a fondo nell’obiettivo, anche se ci può volere molto tempo, si può cadere, si può farsi male ma non per questo bisogna arrendersi, ma alzarsi e riprovarci ancora e ancora.

5. Lodarlo sì, ma non troppo. È importante rinforzarlo attraverso commenti positivi come “Bravo, ce l’hai fatta!”, “Hai raggiunto l’obiettivo, continua così!”, soprattutto quando riesce a superare i suoi limiti, le sue paure e i suoi blocchi, così che creda sempre di più in se stesso. Bisogna, allo stesso tempo, però, evitare di fare complimenti esagerati, in quanto possono creare pressioni eccessive, insinuare la paura di deludere le vostre aspettative e perdere di valore e non essere credibili.

6. Rassicuratelo sull’aspetto fisico. In adolescenza, spesso i ragazzi non si piacciono fisicamente, si sentono brutti, hanno paura di mostrare alcune parti del loro corpo e temono di essere derisi. Non prendete mai in giro vostro figlio sui suoi difetti, non fate battute sarcastiche e non ridicolizzate il suo vissuto, ma aiutatelo a valorizzare le sue particolarità e ad apprezzarle gradualmente.

7. Non sostituitevi e non proteggetelo troppo. Lasciategli quel giusto spazio di autonomia e di movimento nel seguire le sue aspirazioni e nel prendere decisioni: se lo proteggete troppo e gli spianate la strada, crescerà poggiandovi su di voi, senza mai sentire di poter contare su se stesso e senza sperimentare la propria auto-efficacia,  “Io, ce l’ho fatta da solo, con le mie forze!”, aspetto fondamentale per credere e acquisire sicurezza in se stessi.

8. Valorizzate le sue opinioni. E’ importante coinvolgerlo sempre di più nelle decisioni familiari e fargli sentire che il suo pensiero e le sue idee contano e hanno un valore importante per voi. Non trattatelo più come un bambino, non sostituitevi a lui e non imponete a priori il vostro punto di vista. Piuttosto confrontatevi con lui in modo costruttivo, così che possa avere un ruolo, rispettando la sua opinione e chiedendo sempre il suo parere: “Tu che ne pensi? “, “Come ti senti rispetto a questa cosa?”.

 

Fonte: http://www.adolescienza.it

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